Argomento: Amici animali
L'apprendimento negli asini può essere influenzato da sesso, età e altezza Gli asini possono imparare, eccome! E se poi c’è in ballo una bella ricompensa sono ancora più motivati a farlo. Come accade nel caso di molte specie animali, la capacità di apprendere qualcosa che viene insegnato, e che va al di là del naturale comportamento della specie, è incentivata dalla possibilità di ricevere un rinforzo positivo. Nel caso degli asini, poi, possono essere individuati anche alcuni fattori individuali come il sesso, l’età e l’altezza degli animali, che possono influenzare le capacità di apprendimento degli individui. A dirlo è uno studio condotto da ricercatori del Centro di referenza nazionale per gli Interventi assistiti con gli animali (CRN IAA), che hanno indagato le capacità di apprendimento di un gruppo di asini abitualmente coinvolti in IAA. L’obiettivo era, da un lato, di capire se e in quanto tempo questi animali potessero apprendere un compito utilizzando il condizionamento operante e, dall’altro, quale fosse l’influenza di alcune variabili individuali sulle loro abilità cognitive. Il risultato è interessante nella prospettiva degli IAA, dal momento che i percorsi educativi dell’animale devono essere orientati a favorire comportamenti collaborativi con le persone che partecipano agli interventi, garantendo allo stesso tempo benefici tangibili nella relazione animale-uomo.
Premi il pulsante e otterrai cibo Una ricerca sperimentale del CRN IAA ha dimostrato che l’apprendimento di un compito tramite condizionamento operante negli asini può essere influenzata da sesso, età e altezza degli animali coinvolti. I ricercatori hanno infatti coinvolto 14 asini in una serie di sessioni in cui, alla pressione di un tasto da parte dell’asino, veniva rilasciata una ricompensa costituita da cibo. Le femmine sono state più veloci dei maschi nella comprensione e nell’esecuzione del compito, ma i maschi hanno mostrato un miglioramento più consistente delle loro prestazioni col progredire delle sessioni. Nonostante gli asini abbiano una lunghissima storia di domesticazione e convivenza con l’uomo, i meccanismi che stanno dietro ai loro processi cognitivi e di apprendimento non sono stati ancora pienamente approfonditi. I ricercatori dell’IZSVe hanno sottoposto un gruppo di asini ad una procedura di training basata su un “condizionamento operante”. Questo concetto si riferisce a un meccanismo di apprendimento in cui la risposta del soggetto non consiste in un riflesso meccanico a uno stimolo esterno, ma è una risposta condizionata dall’ottenimento di un rinforzo positivo o l’evitamento di uno stimolo negativo: l’asino impara a comportarsi in un certo modo perché sa che riceverà un premio oppure eviterà una certa “punizione”. Il training è stato organizzato in due stage, uno di apprendimento (composto da 4 sessioni di massimo 10 minuti) ed uno finale, il quale aveva lo scopo di “fissare” il comportamento (1 sessione unica di massimo 10 minuti). Questi due stage erano diversificati sulla base del numero massimo di ricompense ottenibili dall’animale (rispettivamente 15 e 10) e della possibilità o meno di intervento da parte di uno dei ricercatori nell’aiutare l’animale a effettuare il comportamento richiesto (rispettivamente aiuto consentito ed aiuto non consentito). Per gli asini, il compito consisteva nel premere un tasto collocato sulla parete frontale di una cabina, al fine di ricevere una ricompensa in cibo. Nelle varie sessioni di apprendimento un ricercatore poteva istruire e supportare l’asino nel raggiungimento dell’obiettivo. Gli asini che sono riusciti a premere per 10 volte consecutive il pulsante senza alcun aiuto sono stati ammessi alla sessione finale in quanto si è ritenuto avessero appreso il compito. La sessione finale è stata effettuata a distanza di tre giorni dall’ultima sessione di apprendimento, e la sua funzione è stata quella di confermare che l’asino avesse appreso il comportamento, ricordandoselo anche a distanza di qualche giorno.
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